Il “burnout” è uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale causato da uno stress eccessivo e prolungato. Si verifica quando ti senti sopraffatto, emotivamente svuotato e incapace di soddisfare le costanti richieste in ambito lavorativo. Stress quindi inserito in un contesto lavorativo e/o derivante da esso, che determina un logorio psicofisico ed emotivo, con vissuti di inadeguatezza, demotivazione, delusione e disinteresse con conseguenze negative non solo nella realtà lavorativa, ma anche in quella personale e sociale dell’individuo.

Ma cosa causa il burnout?

Le cause sono tipicamente sia di carattere individuale con un eccessivo bisogno di affermazione lavorativa a discapito della propria vita privata e personale, sia a livello organizzativo come ad esempio eccessive richieste a livello lavorativo o lavoro monotono e scarsamente ricompensato nonché conflitti con colleghi e/o superiori.

Per poter prevenire il bornout è dirimente poterlo riconoscere, comprenderne le cause e le differenti fasi in cui si sviluppa e cronicizza nel tempo.

stress lavoro

Le 5 fasi dello stress da lavoro

1. HONEYMOON – FASE LUNA DI MIELE

Con l’inizio di un nuovo lavoro o progetto spesso sperimentiamo un’elevata soddisfazione e gratificazione, decidendo così di investire con energia, impegno e creatività.

In questa prima fase è possibile iniziare a sperimentare lo stress dovuto all’investimento di eccessive energie, quindi sarebbe importante iniziare a implementare “strategie di coping positive”, come ad esempio adottando pratiche per supportare il proprio benessere al di fuori del lavoro (sport, hobby, relazioni sociali, ecc).

Se queste strategie vengono attuate fin dall’inizio l’equilibro tra area del lavoro e area personale possono rafforzarsi a vicenda, facendo percepire gratificazione professionale e soddisfazione personale.

2. FASE INIZIALE DELLO STRESS

La seconda fase in cui si sviluppa il burnout inizia con la consapevolezza che alcuni giorni sono più difficili di altri. Potresti scoprire che il tuo ottimismo sta svanendo, oltre a notare sintomi di stress comuni che ti colpiscono fisicamente, mentalmente o emotivamente come stanchezza, mancanza di piacere, ansia, difficoltà di concentrazione, alta pressione, irritabilità, insoddisfazione, mancanza di sonno o qualità del sonno ridotta, mancanza di interazione sociale, minore produttività.

3. STRESS CRONICO

La terza fase del burnout è lo stress cronico. Questo è un marcato cambiamento nei livelli di stress, passando dalla totale mancanza di motivazione, fino a sperimentare lo stress su una base quotidiana in cui non si sente più di avere uno scopo e non si trova più piacere in qualsiasi attività sia sul lavoro che al di fuori, arrivando a isolarsi dal punto di vista relazionale. Tra i più comuni sintomi troviamo stanchezza persistente al mattino, malattia fisica, risentimento, ritiro sociale da amici e/o familiari, rabbia o comportamento aggressivo, aumento del consumo di alcol/droghe, aumento del consumo di caffeina.

4. BURNOUT – STRESS DA LAVORO

Nella quarta fase i sintomi diventano critici e continuare una vita ai normali livelli precedenti non è spesso possibile. E’ fondamentale cercare un aiuto professionale in questa fase. Tra i sintomi comuni vi sono sviluppo di una mentalità di fuga, sentirsi vuoti dentro, ossessione per i problemi sul lavoro o nella vita, visione pessimistica del lavoro e della vita, sintomi fisici di varia natura come mal di testa cronico, vomito e diarrea, insicurezza, isolamento sociale, cambiamenti comportamentali, totale trascuratezza delle esigenze personali, desiderio di allontanarsi dal lavoro o dagli amici/famiglia.

5. BURNOUT CRONICO

La fase finale è il burnout cronico, ciò significa che i sintomi sono così radicati nella tua vita che è probabile che tu abbia un problema mentale, fisico o emotivo significativo in corso.

I sintomi comuni sono elencati a seguire divisi tra fisici ed emotivi:

Sintomi fisici dello stress da lavoro

  • Cefalea

  • Mal di stomaco e nausea

  • Stanchezza

  • Tensione muscolare (male alla schiena/collo per irrigidimento)

  • Tachicardia

  • Tremori all’occhio

Sintomi emotivi dello stress da lavoro

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Quando chiedere un aiuto?

Tipicamente nella pratica clinica, i pazienti arrivano a chiedere un aiuto per il bornout quando ormai la situazione è cronicizzata da molto tempo. In genere non si ha piena consapevolezza di come si è arrivati in tale condizione, ma si giunge a cercare un aiuto per lo stato di intensa sofferenza sperimentata non solo sul lavoro, ma in ogni area di vita. Le condizioni di bornout spesso infatti portano a conflitti interpersonali e familiari. La persona oscilla tra uno stato assertivo di sottomissione e uno di aggressività, tra la ricerca di conferme esterne e la visione che il mondo sia sbagliato.

Lo sfinimento psicofisico derivante dall’accumulo di stress sul lavoro porta a non avere più le energie necessarie per il corretto funzionamento fisico e mentale. Quando si giunge a una condizione di forte disagio ormai cronicizzato da tempo, tale disturbo non potrà più risolversi spontaneamente, nemmeno cambiando lavoro, rendendo così necessario il supporto di uno psicoterapeuta con cui poter aumentare la propria consapevolezza riguardo a dinamiche automatiche e disfunzionali, migliorando la gestione del tempo e delle relazioni e attraverso il riconoscimento delle proprie risorse e dei propri limiti.

Una tipica richiesta di aiuto in tale ambito è la seguente: “…non riesco più a trovare piacere in quello che faccio…sul lavoro mi sento soffocare, totalmente inefficace, insicura…ho eliminato tutte quelle attività che prima mi davano piacere anche fuori dal lavoro…ho iniziato a isolarmi, non mi sento a mio agio a uscire come facevo prima…la notte non riesco a dormire perché continuo a pensare a quello che dovrò fare a lavoro il giorno successivo…soffro di diarrea e vomito, soprattutto ad inizio settimana dopo il weekend…sono spesso aggressiva, stanca, sconsolata, non vedo via d’uscita da questa situazione…sperimento forte ansia e tristezza quasi tutti i giorni…niente riesce più a darmi piacere…”.

Come combattere il burnout: rimedi contro lo stress da lavoro

L’arma migliore per combattere il burnout è prendersi cura di sé. Arriva un momento in cui si capisce di aver superato il limite: un intenso carico di lavoro, la sensazione di essere trattati in modo ingiusto e conflitti di ruolo o situazioni ambigue sono le principali cause che portano all’insorgere di stress cronico sul lavoro.

”Il burnout è come una pesante zavorra agganciata alla vita, che sottrae ogni scintilla di energia all’esistenza”

Le linee guida di best practices in ambito clinico per la presa in carico del bornout indicano il supporto della Psicoterapia come metodo di trattamento centrato sullo sviluppo di competenze specifiche con lo scopo di cambiare gli schemi mentali negativi o dannosi del paziente e apprendere nuovi comportamenti positivi, riuscendo ad alleviare e risolvere i sintomi da burnout. Tra queste competenze figurano lo sviluppo di una maggiore fiducia nelle proprie capacità, imparare ad affrontare le proprie paure, rilassare corpo e mente, saper identificare e valutare diversamente distorsioni del pensiero come le generalizzazioni eccessive e le deduzioni inesatte, porre dei limiti nel tempo che si dedica al lavoro e nella quantità di lavoro da gestire.

The big quit

L’anno 2021 ha visto la nascita di un nuovo fenomeno psicologico e sociale, quello delle dimissioni di massa come conseguenza della pandemia e della diffusione dello smart-working su ampia scala, osservato prima negli USA e successivamente in Germania e Gran Bretagna.

Tra Luglio e Agosto 2021 negli USA circa 8,3 milioni di persone hanno deciso di abbandonare il lavoro ad ogni livello, dai dipendenti anche di alto livello agli operai.

Due le possibili spiegazioni di un fenomeno di massa ancora oggetto di studi: da una parte l’epidemia ha ulteriormente peggiorato le condizioni di lavoro di moltissimi ambienti con conseguente bornout tra i lavoratori, dall’altra ha obbligato gli abitanti della Terra a riflettere sulla condizione della propria esistenza, mettendo in discussione la validità del precedente sistema lavorativo.

In entrambe le possibilità la pandemia ha rappresentato l’inizio per tutti dell’umanizzazione del lavoro in ogni livello di gerarchia.

Cosa può aver portato 485mila dimissionari volontari nel secondo trimestre del 2021 in Italia (85% in più rispetto al 2022) pur sapendo che fuori dalle aziende il mondo del lavoro è instabile con disoccupazione giovanile al 29,8%?

Le persone non vogliono più lavorare alle condizioni precedenti, perché le tenebre della pandemia hanno anche aperto una luce sul valore che deve avere il proprio tempo e quindi la propria vita. Molte persone si sono ritrovate a doversi interrogare sul senso stesso della vita come mai avevano fatto finora, non dando più per scontato quanto avveniva prima della pandemia.

Oltre alle questione storiche legate al salario e alle tutele, finalmente è possibile parlare di una tutela della salute mentale, psicologica ed esistenziale sul posto di lavoro che precedentemente era sempre stata data per scontata.

In tal senso il bornout rappresenta insieme a un innegabile disturbo, anche un’opportunità per rivedere le proprie priorità, capire che significato si vuole dare alla propria esistenza e decidere della propria vita con un ruolo attivo senza subire passivamente una condizione di totale insoddisfazione lavorativa.

Tale percorso è possibile farlo con l’aiuto di un professionista che saprà affiancarti e guidarti, senza mai sostituirsi a te nelle scelte più importanti della tua vita, come il lavoro.

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    Written by : EnricoLombardi

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